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Una giornata di libertà con il Triken 380 di Big Mama Kayak

Una giornata di libertà con il Triken 380 di Big Mama Kayak

ALPINE SRL |

Ci sono giornate che nascono con una sola parola in mente: libertà.
Era una mattina limpida, con il mare appena increspato e l’aria già calda di promesse. Io e il mio compagno di pesca ci eravamo dati appuntamento presto: niente traffico, niente rumore, solo la voglia di uscire e lasciarci tutto alle spalle. Sul portapacchi, pronto e fiero, c’era lui: il nostro Triken 380 Big Mama, già carico di attrezzature e aspettative.

Arrivati alla spiaggia, bastarono pochi minuti per prepararlo. La struttura solida ma ben bilanciata, i vani capienti, i dettagli curati: tutto era al suo posto. Il sistema a pedali con elica ci avrebbe permesso di navigare senza fatica, tenendo le mani libere per la pesca e la fotocamera. Sapevamo già che il vero spettacolo sarebbe cominciato una volta in acqua.

Il Triken 380 scivolava con eleganza sul mare, come se fosse parte di esso. Ogni pedalata era fluida e potente, e la stabilità ci permetteva di muoverci senza pensarci. Potevamo anche stare in piedi, lanciare l’esca con precisione e godere di ogni momento in perfetto equilibrio.

Raggiungemmo una zona rocciosa che conoscevamo bene: un punto ricco, dove la pesca regala spesso belle sorprese. Fermammo il kayak e cominciammo a lanciare. Il silenzio del mare era rotto solo dal suono della lenza e dal canto lontano dei gabbiani. Dopo pochi minuti, la prima abboccata. Poi la seconda. E la terza. I pesci sembravano apprezzare la nostra compagnia quanto noi la loro.

Ogni volta che ci muovevamo da una zona all’altra, il Triken rispondeva con prontezza. Le manovre erano semplici, il timone reattivo. Anche con il carico aumentato – ghiacciaia, esche, attrezzature – il kayak manteneva stabilità e direzione impeccabili.

A metà mattinata trovammo una piccola insenatura, perfetta per fare una pausa. Sbarcammo direttamente dalla prua, grazie alla sua forma studiata anche per gli approdi improvvisati. Tirammo fuori il pranzo dai vani stagni e ci sedemmo a mangiare con vista sul mare aperto. Intorno a noi, solo natura e silenzio. Il tipo di pausa che non ricarica solo le gambe, ma anche la mente.

Nel pomeriggio, esplorammo altri tratti di costa: grotte marine, scogliere a picco, branchi di pesci che seguivano le nostre scie. Ogni tanto rallentavamo solo per ascoltare. Il rumore dell’elica, il suono delle onde, il tempo che sembrava fermarsi. Eravamo lì, completamente immersi nel presente.

Quando il sole cominciò a calare, decidemmo di rientrare. Sulla via del ritorno, con le gambe che ancora giravano leggere e la pelle scaldata dal sole, ci voltammo indietro un’ultima volta. Il mare ci salutava con riflessi dorati. Il Triken 380 ci aveva portato lontano – non solo geograficamente, ma emotivamente. Ci aveva regalato ore autentiche, fatte di semplicità, concentrazione e bellezza.

Caricammo il kayak di nuovo in macchina, stanchi ma felici.
E capimmo che non era solo un mezzo: era stato il cuore pulsante di quella giornata indimenticabile.

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